Antichità

Nell’architettura proto cristiana, che prediligeva gli schermi diafani naturali (alabastri) trovò impiego anche il vetro montato su telai di legno: sono stati trovati resti di questo tipo a S. Apollinara in Classe a Ravenna.
La vetrata iniziò a svilupparsi in Occidente a partire dal IX – X secolo. In testi di questo periodo si possono trovare precisi riferimenti: in una cronaca di Richerio, religioso dell’abbazia di St. Remy a Reims, infatti, si accenna esplicitamente a “fenestris deversis contenentibus historias”.

Punti di riferimento esemplificativi sono da considerarsi i frammenti della testa vitrea di Cristo rinvenuta nel 1880 a Wissembourg in Alsazia ed ora conservata al Museo di Notre Dame di Strasburgo ed i cinque Profeti della Cattedrale di Augusta.
La vetrata nella sua evoluzione non fu solo influenzata dai mutamenti dei modi architettonici, ma anche dai suggerimenti che potevano derivarle dal pensiero filosofico, religioso e liturgico contemporaneo: “Le vetrate sono le scritture divine che versano la chiarezza del vero sole, cioè di Dio, nella Chiesa, e nei cuori dei fedeli, illuminandoli al tempo stesso” (Durando di Mende).